Agrigento

Nel sud della Sicilia la linea dell'orizzonte intercetta sovente testimonianze elleniche, normanne - sotto cui nacque il Regno di Sicilia con Federico I -, arabe e bizantine, eredità di popolazioni che in tempi remoti si sono avvicendate nell'isola. La natura, intanto, alleggerisce la quinta scenica mentre il mare illumina l'inquadratura con i bagliori del sole sulle onde. Una storia millenaria, quella della Sicilia, a iniziare da Agrigento, "Capitale italiana della cultura 2025": dai suoi rilievi si vede il mare che divide la Sicilia dall'Africa mentre la città sovrasta le vestigia dell'antica Akragas - il suo appellativo greco - e la Valle dei Templi, con le colonne doriche degli edifici sacri in tufo. "In basso", invece, nella Agrigento che vide passeggiare Empedocle e che venne definita da Pindaro «La più bella città dei mortali», si staglia il monumentale patrimonio di una delle più importanti colonie greche del Mediterraneo. È il Parco archeologico della Valle dei Templi, il passato che si unisce al presente in un eterno splendore: templi in stile dorico, tre santuari, necropoli, Agorà inferiore e superiore, Olympeion, fortificazioni, opere idrauliche, Bouleuterion - all'epoca sede del consiglio dei saggi -, telamoni - statue alte più di sette metri, rappresentanti probabilmente i titani - e, dal 2016, i resti di un teatro greco.

Valle dei Templi 2025, tra Unesco e cultura
I templi, in realtà, non si trovano in una valle ma su un crinale: interamente costruiti con la locale pietra calcarea dal colore giallo intenso, la successione da est verso ovest degli edifici di culto corrisponde alla corretta lettura degli stessi, concepiti per rivolgere il fronte principale al sole nascente. Quasi ancora intatto è il Tempio della Concordia - con tutte le sue colonne, i suoi frontoni, le sue scalinate - , trasformato in chiesa nel VI secolo e "saccheggiato" durante il Medioevo, quando i materiali di costruzione vennero depredati e utilizzati per innalzare altri edifici. Il tempio più famoso è il Tempio di Castore e Polluce, simbolo di Agrigento, del quale restano solo quattro colonne e una parte della trabeazione. Sotto uno spigolo della cornice si può ancora ammirare una rosetta, tipico elemento decorativo, mentre sulla destra sussistono i resti di un probabile santuario dedicato alle divinità infernali: Persefone, regina degli Inferi, e la madre Demetra, dea della fertilità. Il Tempio di Eracle - in stile dorico arcaico - è invece il più antico della serie e oggi presenta un allineamento di otto colonne rastremate, rialzate nella prima metà del Novecento. In lontananza, ultimo sulla linea immaginaria che collega tutti i templi della valle, si scorgono le rovine del Tempio di Efesto.