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MOLVENO

 Trento, Trentino-Alto Adige Südtirol
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Stemma di Molveno
Alla scoperta di Molveno

Un paese sospeso tra il lago e le Dolomiti di Brenta. Uno specchio lacustre, quello di Molveno, che nel 2024 e per il nono anno consecutivo si è aggiudicato il prestigioso titolo di “Lago più bello d'Italia”, assegnato dalla Guida Blu di Legambiente. Un elisir di natura e bellezza da preservare e, infatti, dall’estate 2025 i parcheggi nella zona del lago di Molveno saranno accessibili solo su prenotazione. Sondata la disponibilità degli ospiti al cambiamento, il comune trentino intraprende la strada della tutela dei visitatori, privilegiando pace e relax all’overtourism. E a inaugurare l’imminente 2025 provvedono i numerosi eventi in calendario, a iniziare da “IISA World Championships - Molveno 2025”, la sesta edizione del Campionato mondiale di nuoto in acque gelide. Il Touring Club Italiano, inoltre, ha conferito alla località il riconoscimento della bandiera arancione per la qualità dell'accoglienza e dei servizi turistici e la destinazione è ideale per coloro che amano la montagna – è meta ambita dagli scalatori dal lontano Ottocento - e allo stesso tempo non desiderano rinunciare alla spiaggia e agli sport acquatici. Uno scenario di attività sportive per tutte le età e in ogni stagione, Molveno: gli appassionati di trekking e mountain bike, per esempio, possono seguire i percorsi “Dolomiti di Brenta Trek” e “Dolomiti di Brenta Bike” che conducono nel cuore delle Dolomiti di Brenta, patrimonio Unesco. Un’escursione particolare in ogni stagione è la passeggiata attorno al lago: un percorso molto semplice di circa undici chilometri, che si può realizzare in tre ore circa. Per emozioni in quota, invece è da provare è la nuova e panoramica cabinovia che dal paese conduce all’Altopiano di Pradel, dove si trova il “Forest Park Molveno”, perfetto per tutta la famiglia: costruito sugli alberi, presenta dei percorsi aerei a diverse altezze da terra e con varie difficoltà. Nel contesto dell’arte, invece, a Molveno è da visitare l’antica chiesa di San Vigilio, del XIII secolo, che sorge quasi sulla sponda del lago. Del secolo scorso, invece, è la chiesa di San Carlo Borromeo, eretta nel 1940 su una struttura risalente al Seicento e che custodisce al suo interno due preziosi altari lignei del 1642 dedicati alla Beata Vergine Maria e a Sant'Antonio. A Molveno, infine, sono da conoscere i "Fortini di Napoleone", ovvero quanto rimane delle fortificazioni austriache realizzate in epoche diverse. Le prime fortificazioni presenti vennero realizzate sul dosso di Mezzolago e consistono in trincee realizzate nell'agosto del 1703, nell'ambito della Guerra di successione spagnola contro i francesi da sud. Icona storica da ammirare è il “Ponte Romano di Mezzolago”, un antico ponte in pietra che sorge nell’antica via romana conosciuta come “Strada dei Marocchi”.

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Stemma di Molveno
Alla scoperta di
Molveno

Un paese sospeso tra il lago e le Dolomiti di Brenta. Uno specchio lacustre, quello di Molveno, che nel 2024 e per il nono anno consecutivo si è aggiudicato il prestigioso titolo di “Lago più bello d'Italia”, assegnato dalla Guida Blu di Legambiente. Un elisir di natura e bellezza da preservare e, infatti, dall’estate 2025 i parcheggi nella zona del lago di Molveno saranno accessibili solo su prenotazione. Sondata la disponibilità degli ospiti al cambiamento, il comune trentino intraprende la strada della tutela dei visitatori, privilegiando pace e relax all’overtourism. E a inaugurare l’imminente 2025 provvedono i numerosi eventi in calendario, a iniziare da “IISA World Championships - Molveno 2025”, la sesta edizione del Campionato mondiale di nuoto in acque gelide. Il Touring Club Italiano, inoltre, ha conferito alla località il riconoscimento della bandiera arancione per la qualità dell'accoglienza e dei servizi turistici e la destinazione è ideale per coloro che amano la montagna – è meta ambita dagli scalatori dal lontano Ottocento - e allo stesso tempo non desiderano rinunciare alla spiaggia e agli sport acquatici. Uno scenario di attività sportive per tutte le età e in ogni stagione, Molveno: gli appassionati di trekking e mountain bike, per esempio, possono seguire i percorsi “Dolomiti di Brenta Trek” e “Dolomiti di Brenta Bike” che conducono nel cuore delle Dolomiti di Brenta, patrimonio Unesco. Un’escursione particolare in ogni stagione è la passeggiata attorno al lago: un percorso molto semplice di circa undici chilometri, che si può realizzare in tre ore circa. Per emozioni in quota, invece è da provare è la nuova e panoramica cabinovia che dal paese conduce all’Altopiano di Pradel, dove si trova il “Forest Park Molveno”, perfetto per tutta la famiglia: costruito sugli alberi, presenta dei percorsi aerei a diverse altezze da terra e con varie difficoltà. Nel contesto dell’arte, invece, a Molveno è da visitare l’antica chiesa di San Vigilio, del XIII secolo, che sorge quasi sulla sponda del lago. Del secolo scorso, invece, è la chiesa di San Carlo Borromeo, eretta nel 1940 su una struttura risalente al Seicento e che custodisce al suo interno due preziosi altari lignei del 1642 dedicati alla Beata Vergine Maria e a Sant'Antonio. A Molveno, infine, sono da conoscere i "Fortini di Napoleone", ovvero quanto rimane delle fortificazioni austriache realizzate in epoche diverse. Le prime fortificazioni presenti vennero realizzate sul dosso di Mezzolago e consistono in trincee realizzate nell'agosto del 1703, nell'ambito della Guerra di successione spagnola contro i francesi da sud. Icona storica da ammirare è il “Ponte Romano di Mezzolago”, un antico ponte in pietra che sorge nell’antica via romana conosciuta come “Strada dei Marocchi”.

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Informazioni su Molveno

Regione

Trentino-Alto Adige Südtirol

Provincia

Trento (TN)

Abitanti

1116

Altitudine

m. 865 s.l.m.

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Punti di interesse

Marmolada
Marmolada

2.208 ettari di territorio, condiviso tra le province di Belluno e Trento, formano l’area della Regina delle Dolomiti, la Marmolada. Il sistema comprende le cime più alte di tutta la regione, tra cui Punta Penìa (con 3.343 m s.l.m è la montagna più alta di tutte le Dolomiti UNESCO), e costituisce un insieme unico di altissimo valore scenografico. Separato dal gruppo del Sella dalle valli del Cordevole e dell’Avisio e chiuso a sud dal torrente Biois e dal Rio San Pellegrino, il gruppo della Marmolada continua verso ovest con la Cima di Costabella, il gruppo dei Monzoni e il Monte Vallaccia. Il sistema può essere suddiviso in due sezioni: quella meridionale comprende le Cime d’Ombretta (2.983 m), il Sasso Vernale (3.054 m) e il Sasso di Valfredda (2.998 m); alla porzione settentrionale appartengono le cime più alte del gruppo, Punta Penìa, Punta Rocca (3.309 m), Punta Serauta (3.218 m), il Gran Vernel (3.210 m) e il Piccolo Vernel (3.098 m). La Marmolada è la montagna dei contrasti. Alla base, caratterizzata da forme dolci e ondulate coperte da prati e da boschi, si contrappone il massiccio superiore, che si innalza improvviso e vertiginoso con i suoi chiarissimi calcari e i dirupi mozzafiato. Il versante nord – su cui è adagiato il ghiacciaio più esteso della regione dolomitica – è un pendio armonioso che termina sulle rive del laghetto di Fedaia; il versante sud è una delle vie più impegnative e apprezzate dagli alpinisti di tutto il mondo, una parete di quasi 1.000 metri che parte dai ghiaioni della Val Ombretta e svetta su picchi vertiginosi. Proprio sulla Marmolada venne effettuato il primo tentativo di ascesa dolomitica, nel 1802, quando il cappellano di Pieve di Livinallongo, don Giuseppe Terza, tentò la scalata assieme ad altri quattro agordini, ma morì durante l’ascesa, cadendo in un crepaccio. Dalle pendici della Marmolada si apre un canyon stretto e suggestivo, i Serrai di Sottoguda, che collega la località di Malga Ciapèla con l’abitato di Sottoguda. È un percorso di circa 2 km: per anni ha rappresentato l’unica via di collegamento per raggiungere passo Fedaia, da qualche anno è stato dichiarato riserva naturale e chiuso al traffico. La gola, scavata nei secoli dal torrente Pettorina, è caratterizzata da pareti di roccia alte centinaia di metri che in inverno ghiacciano, per la gioia degli appassionati di ice climbing (arrampicata su ghiaccio), che proprio qui trovano alcune tra le salite più suggestive delle Alpi.

Patrimonio Mondiale


Abbazia Di San Lorenzo
Abbazia Di San Lorenzo

L'abbazia di San Lorenzo venne edificata intorno al XII secolo da dei monaci benedettini provenienti dalla Lombardia; in seguito fu retta dall'ordine di San Domenico ed infine abbandonata per lungo tempo. Il convento, grosse parti del quale furono demolite durante il Ventennio, fu negli anni anche un carcere, un ospedale, un lazzaretto, nonché un magazzino militare. Ciò che oggi ne resta è la bella chiesetta romanica, inserita nello splendido contesto di Piazza Dante e dei giardini, là dove sorge il celebre monumento a Dante voluto per celebrare (e rimarcare) l'italianità di Trento, città che sarebbe stata redenta dalla dominazione austriaca soltanto due decenni dopo quello stesso momento. Presso quello che un tempo fu il giardino dell'abbazia si trova un solenne mascherone di ispirazione romana e datazione ignota. L'imponente monumento raffigura un nobile volto, incorniciato da una fitta barba, tratti che ricordano certe raffigurazioni dell'imperatore Adriano, reso personaggio di particolare popolarità dalla celebre opera letteraria di Marguerite Yourcenar. L'esterno dell'abbazia mantiene di fatto il proprio stile romanico, semplice, composto, essenziale ed elegante al tempo stesso - per quanto il campanile sia opera successiva. L'interno della chiesa si presenta rispettoso della struttura originale, tanto che gli altari barocchi che erano stati eretti intorno al Settecento vennero in seguito smantellati e trasferiti presso altre chiese. Significative sono le volte delle navate, decorate con stelle rosse e azzurre su campo bianco.


Monumento A Dante
Monumento A Dante

Il monumento a Dante possiede una storia particolare che gli dona un significato ancora più profondo rispetto a quello che può riguardare altre città italiane. Esso, infatti, venne pensato e realizzato quando l'intera regione si trovava sotto la dominazione austriaca, a testimonianza dell'italianità trentina, in un momento storico in cui tale istanza veniva quanto meno contrastata dagli Asburgo. Sappiamo infatti che le città irredente, Trento e Trieste, tornarono all'Italia soltanto al termine della Prima guerra mondiale. Assieme a quello di Dante, nel complesso spicca il corpo di un uomo, avvolto dalle spire di un serpente: egli è Minosse, posto nella Commedia a presidio dell'Inferno e a cui ciascuna anima dannata deve confessare senza reticenza ogni proprio peccato, per poi essere di conseguenza indirizzata verso il girone di riferimento. Il monumento è sorretto da tre gradini sui quali poggia una larga base di granito sulla quale, a propria volta, si sviluppano massicci complessi bronzei simboleggianti Inferno, Purgatorio e Paradiso: i luoghi dell'anima cantati da Dante nella sua Commedia. Sulla vetta spicca il poeta, con la mano destra tesa quasi a benedire Trento e i suoi figli.

Monumenti


Cattedrale Di San Vigilio
Cattedrale Di San Vigilio

La cattedrale di San Vigilio, Duomo di Trento, sorge nella centralissima e omonima piazza, su quella che in antichità fu una basilica paleocristiana. Parte della struttura antica é tuttora conservata e visitabile, e costituisce un vero gioiello della cristianità. La cattedrale, imponente e complessa, conserva lo stile romanico originario sul quale tuttavia si innestano stilemi successivi, dati gli interventi che - specie tra il Seicento e il Settecento - vennero ivi apportati. Particolarmente significativo e caratteristico il rosone, edificato sul finire del Duecento e raffigurante la Ruota della Fortuna, motivo ricorrente nell'arte medievale. Presso il Duomo è conservata la lastra tombale di Roberto Sanseverino d'Aragona, avventuroso gentiluomo, mercenario e capitano di ventura dell'Italia rinascimentale; condottiero in Terra Santa ai tempi delle crociate, fu al servizio del re di Napoli, del duca di Milano, della Repubblica di Firenze e di quella di Venezia. Morì combattendo, come si conviene, del resto, ad un cavaliere. La cattedrale si presenta ampia e imponente al suo interno, con alte colonne a dividere le navate, di colore scuro, che donano un effetto di grande raccoglimento ai fedeli o comunque ai visitatori. Pregevole, sul fondo, il baldacchino d'altare, evidentemente barocco, che ricorda (e certo si ispira a) quello celeberrimo del Bernini, conservato a San Pietro. Nel progetto originale erano previsti due campanili, ma solo quello di sinistra venne ultimato. Dell'altro restano i segni dei lavori iniziati, a destra del grande rosone della facciata centrale.

Cattedrale

Fontana Del Nettuno
Fontana Del Nettuno

La fontana del Nettuno è posta al centro di piazza del Duomo, legando così idealmente - e in maniera alquanto curiosa - una città posta alle pendici alpine, al mare. A realizzare il monumento fu Francesco Antonio Giongo, architetto, coadiuvato dallo scultore Stefano Salterio. I due ricevettero l'incarico direttamente dalle autorità cittadine, riuscendo laddove molti altri avevano precedentemente fallito. La difficoltà fondamentale constava infatti nel condurre acqua perenne alla fontana, cosa che Giongo riuscì a fare - dopo attenti studi - collegando la vasca a una fonte posta ad oriente dell'area urbana. La statua originale, segnata dal tempo, venne restaurata e spostata nel cortile del palazzo municipale, nell'anno 1939. Sulla fontana si erge oggi, invece, una sua copia in bronzo, realizzata negli anni '40 dello scorso secolo, quando la Seconda Guerra mondiale era ormai in corso. L'impatto visivo di Piazza del Duomo, che abbraccia la fontana, è notevole in ogni suo aspetto, con la cattedrale imponente ed elegante, da un lato, il palazzo pretorio con la sua torre e le merlature ghibelline, dall'altro, nonché in mezzo a tutto questo l'elaborato complesso barocco dedicato al dio del mare che, con i monti a fare da sfondo, suscita un effetto davvero suggestivo. Lo spazio dell'agorà è completamente pedonale e ricco di attività commerciali, aree pubbliche e spontanea vitalità.

Fontana

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