"Tra natura e cultura quest'anno all'interno dell'arena estiva, allestita nel piazzale della Rocca, un nutrito programma del Palio dei Borgia, un festival dei libri, DivinArte, spettacoli teatrali, cinema, feste patronali e non solo …".
Nepi è un importante comune della Tuscia che dista una cinquantina di chilometri da Viterbo ed altrettanti da Roma. Un centro antichissimo, abitato da millenni in virtù della ricchezza naturale del suo territorio, attraversato com'è dalle acque fresche di sorgente che vi scorrono abbondanti e lo rendono un luogo adatto più di ogni altro alla vita (assai noto anche lo stabilimento industriale delle pregiate acque effervescenti naturali).
L'acqua è, dunque, l'elemento distintivo di questo centro arroccato su di un basso colle e circondato da una verdissima, lussureggiante natura bagnata generosamente da due torrenti, il Puzzolo e il Falisco.
I rivoli qui scorrono dall'alba dei tempi, tanto da avere infine modellato il territorio con le forre che hanno scavato gole e dirupi incidendo la valle in modo del tutto peculiare.
Straordinari anche i cosiddetti cavoni, vie di comunicazione realizzate dall'antica popolazione dei Falisci per eliminare il dislivello tra il pianoro e la valle sottostante.
Così la bellezza profonda, quasi primitiva, di questo territorio unita all'impronta tufacea del borgo che vi si staglia in cima, rendono Nepi ed il suo paesaggio, il palcoscenico privilegiato per produzioni cinematografiche e pubblicitarie.
L'ultima, in ordine di tempo, è stata quella de Il cattivo poeta, pellicola (in odore di premi importanti) di Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto nei panni dello scrittore e poeta Gabriele D'Annunzio.
Nel corso dell'Ottocento furono moltissimi i letterati e gli artisti che rimasero ammaliati da Nepi e dalla Tuscia. Massimo d'Azeglio durante un suo soggiorno nella cittadina laziale scrisse: "Una delle più belle e pittoresche parti della campagna romana è quella che comincia a Nepi […]. Non ho mai veduto un più ricco tesoro di bellezze naturali per lo studio di un paese".
E dopo aver ammirato le bellezze naturalistiche del territorio, è naturale appassionarsi alla visita del piccolo centro popolato da circa 9.000 abitanti. Una realtà ricca di storia, arte, tradizioni.
Varcando le porte solide e imponenti, scavate nella pietra millenni orsono è suggestivo passare sotto gli archi romani e medievali in cima ai quali si riesce a scorgere, pure un poco sbiadito, il ritratto benedicente della Vergine Maria.
La Rocca di cui sono ben visibili le mura e i bastioni difensivi strutturalmente cambiò nel Quattrocento, con l'arrivo di Rodrigo Borgia. Fu infatti fortificata la cinta muraria intorno al maniero suddiviso a sua volta in tre diversi piani. La struttura rimase così fino all'arrivo di Pier Luigi Farnese, duca di Nepi che volle accrescere la potenza difensiva del luogo aggiungendo due baluardi angolari. Il fortilizio è oggi utilizzato come suggestivo sfondo per eventi e manifestazioni culturali di grande rilievo e risonanza.
Le torri medievali si erigono raccontando un passato fatto di avvistamenti, aneddoti, curiosità. Tra queste ricordiamo Torre di corte, Tor di Valle, le cosiddette case Torri a pianta quadrata, solide, affidabili, severe.
Visitando il centro storico di Nepi sono poi moltissimi i piccoli gioielli della devozione come, ad esempio, la chiesetta di San Vito, una gemma che è poco più che una cappella, ricordata in un documento risalente al 1467 sebbene la struttura sia ben più antica.
Camminando per le strade della città si osserva come vi siano minute quanto preziose gioie poste accanto a grandi tesori come quello della cattedrale di Nepi, intitolata a Santa Maria Assunta. La chiesa sorta nel V secolo e successivamente, più volte ricostruita sulle rovine di un tempio ancora precedente, dedicato a Giove pluvio - si presenta elegante nella struttura, con un bel porticato che introduce fisicamente e spiritualmente allo spazio sacro. A risultare illuminato in maniera solenne è l'altare, in fondo alla vasta navata centrale, con ampi rosoni laterali da cui filtra una luce vivida, intensa che mette in risalto le volte mirabilmente affrescate. Suggestiva anche la cripta, spazio ancor più antico che presenta un ampio colonnato al termine del quale vi è un altare di pietra.
La chiesa di San Tolomeo o chiesa del Rosario è costituita da un'unica navata con tre cappelle per lato in cui è possibile ammirare altari lignei del Seicento ed una deliziosa cupola.
Quella che si fa abbracciare anche al solo sguardo è la piazza del Comune, con il Palazzo municipale che vi si staglia rapendo lo sguardo. Qui, incastonata alla base, troviamo la celebre fontana settecentesca scolpita nel travertino, un'opera che porta la firma di Filippo Barigioni, raffigurante la rocca di Nepi, dalle cui porte scorrono abbondanti le acque di vita. Nel 1743 la Congregazione del Buon Governo autorizzò il Comune cittadino a procedere al completamento dell'edificio, un passo che diede però luogo ad un'annosa controversia tra progettista e amministrazione. L'opera in seguito fu più volte rimaneggiata per vari adeguamenti strutturali. Nello stesso palazzo si trova oggi il Museo civico di Nepi, che comprende reperti archeologici importanti insieme a pregiatissime ceramiche.
Ed infine in un così ricco sfondo paesaggistico, artistico, culturale e spirituale non si può che rimanere colpiti anche dall'elegante senso di accoglienza e gentilezza nepesina, ospitalità che di fatto fa rima con convivialità.
Ma dove se non a tavola si ritrova questo importante tratto? Tanti i locali e i ristoranti che propongono le prelibatezze legate alla genuinità dei prodotti del territorio. Specialità accostate alla saggezza e all'abilità tramandate nei secoli sino ad oggi. Qui la tradizione porta ad apprezzare il salame cotto e la scapicollata, il formaggio locale dal gusto straordinario, i fegatini aromatici, fronne e patate, tanto per citare alcune tra le tante proposte. Per non parlare dei deliziosi dolci come la crostata di visciole, i fagottelli di Natale e le celebri fave dei morti, biscotti secchi di mandorle che si assaporano volentieri con sambuca e con vin santo.
Per chi in tutta semplicità volesse poi dissetarsi con l'acqua sorgiva del luogo potrà berla briosa e fresca, anche direttamente da una fontanella dalla quale sgorga per alcune ore al giorno, briosa e fresca come il sorriso della gente di questo incantevole centro della Tuscia.