Opi

Opi è un comune in provincia dell'Aquila, in Abruzzo. L'ipotesi più suggestiva per il nome è che derivi da Ope, antichissima divinità sabina, poi assimilata dai Romani, con il culto di Saturno, alla dea dell'abbondanza. La più probabile, è che invece venga dal latino oppidum, castello fortificato. Posto su un'altura a schiena di cavallo, lambito dalle rocce, con le sue case in pietra, il borgo cerca di sopravvivere ai terremoti che con continuità minacciano di disfarlo. Opi è stata modellata in base alla conformità del territorio, sembra un gregge di pecore in cima ad un dirupo. Carrarecce innevate, torrenti che fluiscono nelle valli, policromie di fiori allo scioglimento delle nevi, vecchi tratturi percorsi da giovani viandanti, boschi secolari dove allo sguardo dei briganti si è sostituito quello fuggitivo del camoscio: Opi ha forse trovato la sua Ope.
Nonostante i fenomeni sismici il centro cittadino si presenta ancora come un borgo medievale dell'anno Mille. Una natura che nella sua potenza rivela la bellezza del paese, incastonato in mezzo a una corona di montagne tutte visibili dall'abitato, come il monte Marsicano, il monte Amaro, la Val Fondillo, la catena delle Camosciare e quella del Monte Greco, il monte Irto e il monte Petroso, fino all'ampia valle che collega Opi con Pescasseroli.
I pastori con i loro greggi sono all'origine delle tradizioni culinarie del borgo. Ecco dunque la m'paniccia (fette di pane raffermo ammorbidito nel siero ancora caldo), la pecora al cotturo, la m'cisca (carne di pecora essiccata), la ricotta e il pecorino.