Palazzolo sull'Oglio è una bella cittadina che sorge in provincia di Brescia, lungo le rive del fiume, a sud del lago d'Iseo e delle colline della Franciacorta. Torri, campanili, ciminiere e antiche dimore storiche si specchiano con i diversi ponti nelle acque dell'Oglio, che scorrono al centro dell'abitato e, in parte, ne determinano la configurazione.
Il Comune di Palazzolo nasce alla fine del XII secolo, ma alcuni reperti archeologici e i resti della centuriazione agricola testimoniano che, già in epoca tardo-romana, esso fu in corrispondenza di una importante rete di strade che, incrociandosi sul ponte, ancora oggi esistente nei pressi della piazza principale, metteva in comunicazione Brescia con Bergamo e Milano.
Per secoli i palazzolesi, a motivo del passaggio obbligato sull'unico ponte in pietra del fiume Oglio, furono testimoni degli eventi più importanti che caratterizzarono la storia del nord Italia.
Nel medioevo, sulle due rive si fronteggiavano lecorti di Mura, sulla riva destra, e di Palazzolo, su quella sinistra, che per molti anni rivaleggiarono per il controllo delle acque del fiume. Palazzolo e Mura, per la posizione strategica, vennero difese da una cinta muraria, che faceva capo alla rocha magna, da un lato, e alla rocha parva, dall'altro. Vale la pena, ancora oggi, inerpicarsi tra le vie e i vicoli del borgo di Mura e raggiungere il Torrione o le vestigia della Porta di Bergamo che chiudeva l'antico abitato in direzione della città orobica. Solo verso la fine del XII secolo le due corti si unirono per formare un unico comune nel quale si svilupparono il mercato, i mulini, i luoghi di culto, di assistenza e di istruzione,mentre il suo castello divenne una piazzaforte preposta alla difesa dei confini bresciani.Appoggiata su una delle torri del castello, la Mirabella, sorge la Torre del Popolo, simbolo della città, sulla cui sommità troneggia la statua di san Fedele; realizzata tra il 1813 e il 1830 essa ha in sé il fascino di diversi stili architettonici.
Nelle epoche successive, Palazzolo passò attraverso diverse dominazioni,da quella scaligera a quella viscontea,da quella milanese a quella veneta, fino a quando passò definitivamente sotto il dominio della Serenissima e ci rimase fino alla caduta della Repubblica Veneta e il passaggio alla Repubblica Cisalpina.
Nei diversi tempi, artefice dello sviluppo economico, politico e sociale del luogo è sempre l'Oglio, con i canali che dallo stesso escono e irrigano la pianura bresciana. Le acque del fiume erano ricche di pesce, soprattutto di anguille, che venivano conservate e spedite anche in mercati lontani. Erano solcate con particolari zattere, le bine, che scendevano dal lago d'Iseo e con barche che potevano arrivare fino a Venezia. L'energia idraulica della corrente del fiume venne sfruttata da mulini, macine e magli del ferro, dando vita a una fiorente imprenditoria. Dove ora sorge il centrale piazzale Papa Giovanni XXIII esistevano ampie isole sulle qualierano, per l'appunto, in attività parecchi mulini, un maglio per il ferro, una macina per l'olio, poi sostituiti, a metà Ottocento, dalla manifattura di cotone di industriali svizzeri.Poco dopo la metà del Novecentoquesti edifici vennero demoliti, i canali e le isole interrati, cancellando definitivamente una parte significativa di storia socio-economica locale.
Diversi fattori contribuirono allo sviluppo economico e sociale che, tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento, trasformò il paese: la posizione geografica che, dopo la costruzione della
ferrovia, fece di Palazzolo un nodo commerciale di primaria importanza; la disponibilità di forza motrice ricavabile dalle acque dell'Oglio e dei canali che attraversano l'abitato; una popolazione in gran parte dedita a occupazioni agricole e mercantili per la quale, tuttavia, le manifatture (filatoi, filande, mulini) non costituivano una presenza del tutto estranea.
Le guerre di indipendenza e l'Unità d'Italia trovarono l'economia locale ancora in espansione. L'avvento di capitali svizzeri e milanesi, che avevano concorso allo svecchiamento tecnologico, alla concentrazione dell'industria della seta e all'avvio di quella cotoniera, la presenza di concerie e di mulini industriali, l'inizio della più tipica delle produzioni di Palazzolo, quella dei bottoni, lo sviluppo di un'industria meccano-tessile capace di soddisfare le esigenze locali definirono, già negli ultimi decenni dell'Ottocento, un quadro che Gabriele Rosa sintetizzava con la nota definizione di "piccola Manchester".Ai diversi osservatori della rivoluzione industriale lombarda anche Palazzolo sull'Oglio, come i più attivi paesi delle province di Milano e Varese, appariva caratterizzata non solo dal nascere di grandi fabbriche, ma anche dalla trasformazione dell'assetto urbanistico e dalla costruzione di case operaie che un rapido aumento della popolazione residente imponeva. A queste si aggiunse la costruzione del Teatro Sociale,un piccolo teatro all'italiana, in legno con due ordini di palchetti decorati, ancora oggi attivo.
Nel Novecento, tra periodi di crisi e di boom postbellico, Palazzolo è andata via via espandendosi assumendo il titolo di città nel 1954.Da qui continua la storia che tutti conosciamo, fatta di nuove strutture e realtà insediative che convivono con alcune delle antiche fabbriche, fatta di parrocchie e di quartieri, di verdi parchi urbani, di nuovi modi di stare insieme e di sentirsi comunità.
Palazzolo sull'Oglio è oggi una città di circa ventimila abitanti ricca di testimonianze della sua storia passata, di un significativo numero di monumenti dal particolare pregio storico-artistico, nonché di numerose attività e imprese culturali che contribuiscono a offrire l'immagine di una realtà vitale.