Comune italiano della provincia di Macerata situato alle pendici del Monte Conero, per la bellezza delle sue spiagge è definito "un salotto sul mare" ma oltre oltre alle seduzioni di Nettuno la località è famosa per avere dato i natali a Giacomo Leopardi e al tenore Beniamino Gigli. Non solo. Porto Recanati offre al visitatore un pregevole castello quattrocentesco con l'alta torre merlata, una pinacoteca ricca di opere di arte antica e reperti archeologici e una notevole tradizione gastronomica nella quale spicca il brodetto di pesce, l'unico in bianco e con lo zafferano. Il comune è nato ufficialmente il 15 gennaio 1893 quando, in virtù del Regio Decreto firmato dalla Regina d'Italia Greta I, le frazioni costiere del comune di Recanati si distaccarono dalla città madre acquistando autonomia amministrativa. Porto Recanati è una località elegante, a misura d'uomo, e il suo centro cittadino si può visitare comodamente a piedi.
Castello svevo ed eventi
Si inizia l'itinerario di visita da Brancondi, dove si erge il maestoso castello Svevo. La struttura nel suo aspetto attuale è frutto di fasi costruttive intraprese in tempi successivi intorno alla prima costruzione della torre quadrangolare di levante. Le mura di cinta sono dotate di un camminamento di ronda attualmente non praticabile ma custodito quasi integralmente. Una seconda torre di controllo venne aggiunta sul lato sud-occidentale nel XIV secolo, probabilmente per il controllo della strada che conduceva le merci dal porto all'entroterra. La corte interna del castello ha ospitato la comunità sorta intorno alle attività portuali almeno fino al XVI secolo inoltrato. In seguito l'abitato si espande fuori dal castello lungo la fascia costiera e assume l'aspetto che mantiene ancora oggi. Il primo piano del castello ospita, negli ambienti che originariamente erano destinati alle attività legata alle attività portuali, la Pinacoteca Comunale "A. Moroni", e al piano terra la mostra Archeologica permanente 'Storia di un paesaggio rivelato', e una sala per mostre temporanee. La corte del castello ospita l'Arena Beniamino Gigli, teatro delle manifestazioni musicali e teatrali nella stagione estiva.
Di culto in culto
Passeggiando lungo il centro cittadino, in corso Matteotti, si erge la Chiesa di san Giovanni Battista. Progettata dall'architetto Luigi Paglialunga di Fermo, la chiesa era originariamente costruita secondo i dettami dello stile neoclassico (fine del XVIII secolo) con pianta ottagonale. Nel corso degli anni si resero necessari interventi di consolidamento alla struttura evidenti nella costruzione dei quattro grandi pilastri centrali, non compresi nel disegno originario, a sostegno del tetto. Attualmente l'interno mostra caratteri squisitamente barocchi; la chiesa custodisce opere d'arte, tra le quali una pala di Cesare Peruzzi raffigurante San Giovanni Battista, patrono della città. La chiesa ha ereditato il titolo e le funzioni della primitiva chiesetta di San Giovanni Battista, ubicata all'interno della corte del Castello Svevo. Tra le opere più significative vi è una Pala del Peruzzi, raffigurante San Giovanni Battista, Patrono di Porto Recanati; è presente inoltre l'antico quadro della Madonna del Soccorso, ospitato nella Cappella del Castello Svevo fino al 1829, anno che segna la demolizione di quest'ultima; Infine sono custodite quattordici sculture lignee, che rappresentano le stazioni della via crucis.
Del Suffragio e dei monaci
Percorrendo via Matteotti ci si imbatte nella Chiesetta del Suffragio, a lungo chiusa e abbandonata, divenne poi un deposito per cereali. Successivamente fu riconsacrata e dedicata alla celebrazione delle messe di suffragio ai defunti. Tra le opere di rilievo, un'antica tela, che ne adorna l'altare, e il portone bronzeo realizzato di recente dall'artista Cecco Bonanotte. Scendendo lungo la riviera marina, in via dell'Abbadia, si incontra l'Abbazia di Santa Maria in Potenza. L'abbazia si presenta come un massiccio e disadorno edificio, dotato a levante di un avancorpo semicircolare culminante in una serie di colonnine e archetti, elementi tipici dello stile romanico. Sul lato nord della chiesa è rimasto un locale molto ampio, che doveva essere l'antico refettorio dei monaci. L'abbazia fu fondata dai monaci Crociferi nell'XI secolo. Questi monaci praticavano opere di accoglienza gratuita dei malati ospitando i pellegrini e i viandanti. Essi, inoltre, risistemavano le strade e costruivano i ponti per facilitare l'accesso alla loro abbazia. Nel 1794 l'abbazia venne concessa da Pio VI ai monaci Cistercensi, i quali la riportarono al precedente splendore e ricostruirono la chiesa ex novo. Dopo pochi anni, però, l'abbazia venne sequestrata da Napoleone, che la diede in dono a sua sorella Paolina, maritata al principe Borghese. Ella non se ne occupò mai e dopo la sua morte divenne proprietà della famiglia del marito. Successivamente fu acquistata dagli attuali proprietari che la restaurarono completamente e, nel 1946, fecero costruire una chiesetta all'interno della cripta sottostante al presbiterio della chiesa primitiva. L'altare venne ornato da un trittico, opera del pittore prof. Cesare Peruzzi di Recanati, nel quale sono raffigurati la Madonna, alla quale l'abbazia da sempre è dedicata, San Bernardo, fondatore dei Cistercensi, e Sant'Antonio Abate, patrono di queste campagne.
Nelle campagne di Scossicci
Poco distante dal centro cittadino è situata la Chiesetta della Banderuola, essa sorge nelle campagne di Scossicci, qualche chilometro a nord del centro urbano, là dove leggenda vuole abbia sostato la Santa Casa di Loreto prima di raggiungere l'attuale collocazione. Secondo la tradizione, caduta la Terra Santa in mano ai musulmani, la Casa sarebbe stata sollevata e trasportata miracolosamente dagli angeli, dapprima a Tersatto, in Illiria, poi sull'altra sponda del mare Adriatico, in località Scossicci. Tale storia, ritenuta dagli studiosi una semplice leggenda legata a racconti popolari, trova tuttavia un fondo di verità nei documenti rinvenuti, nei quali si attesta che per iniziativa della famiglia bizantina Angeli, le sante pietre furono trasportate dove ancora oggi possono essere visitate. Qui venne costruita, nel XVI secolo, una piccola chiesa, molto semplice, dedicata alla Madonna di Loreto della quale resta un muro eretto in epoca non nota dai recanatesi a memoria della sosta temporanea della santa casa e rimaneggiato nel XVI secolo, di cui rimane traccia nella struttura muraria di levante. La struttura attuale risale alla prima metà del XX secolo, realizzata in mattoni rossi e dalle forme lineari, si mostra così nella sua semplicità come luogo sacro non solo ai fedeli, ma anche ai marinai, pescatori e viandanti poiché in origine venne posta una bandiera su di essa come punto di orientamento per quanti fossero in viaggio. Da tale consuetudine, la piccola chiesa prese il suo nome.
Area archeologica di "Potentia"
Percorrendo la S.S. 16 Adriatica in direzione sud è presente un sito archeologico di grande rilevanza, riportato alla luce a partire dal 1982 grazie a campagne di scavo condotte dall'allora Soprintendenza Archeologica per le Marche: è l'area archeologica di "Potentia"
Gli studiosi conoscevano da tempo l'esistenza dell'antica colonia romana di Potentia, fondata nel 184 a.C. dai triumviri Quinto Fabio Labeone, Marco Fulvio Flacco e Quinto Fulvio Nobiliore, così come attestano le fonti scritte, in particolare Tito Livio. Nel 174 a.C. il censore Flacco avviò, con il denaro della comunità, un programma di opere pubbliche che vide anche la realizzazione del portico intorno al foro, del tempio di Giove, della cinta muraria.Nel 56 a.C. la città venne sconvolta da un violentissimo terremoto e perciò, nei decenni successivi, si iniziò l'opera di ricostruzione. In questa occasione venne edificata la domus, arricchita da una serie di pavimenti musivi a motivi geometrici in bianco e nero e pareti affrescate. Nello stesso periodo, i portici intorno al foro subirono un primo grande intervento di ristrutturazione.
Mercato e gastronomia
A nord fu ricostruito il mercato con pavimentazione in cotto a spina di pesce, pozzo centrale e l'aggiunta dei portici sui lati est e nord. Nel periodo giulio-claudio la città si espanse oltre l'area precedentemente occupata: al limite est della tessitura urbana venne edificato un impianto in parte abitativo e in parte destinato ad attività produttive. Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e le successive invasioni barbariche, la città imboccò la strada dell'inevitabile decadenza. Dopo tanto camminare non resta che concedersi una pausa alla scoperta della tradizione gastronomica locale. Alcuni piatti tipici di Porto Recanati sono la cicerchiata, l'insalata di sedano e melograno, involtini di maiale alla marchigiana, minestra di ceci e maiale e olive all'ascolana.