Piacenza

Piacenza è un capoluogo dell'omonima provincia dell'Emilia-Romagna, il territorio si sviluppa nella pianura padana, lungo la riva destra del fiume Po ed è collocata all'estremità nordoccidentale della regione.
La città è uno dei più importanti centri culturali dell'Italia settentrionale, raffinata, ricca di arte e di eleganti residenze nobiliari edificate tra la fine del XVII e l'inizio del XIX secolo.
Le numerose testimonianze storico-artistiche e i siti di maggior interesse sono ubicati nel centro storico, un'area a traffico limitato, percorribile agevolmente a piedi o in bicicletta.
L'itinerario alla scoperta delle bellezze piacentine ha inizio dalla centrale piazza dei Cavalli, cuore della vita cittadina, l'area deve il suo nome alle due statue equestri dei Farnesi, raffiguranti Alessandro Farnese e suo figlio Ranuccio I.
I cavalli bronzei sono opera del celebre scultore Francesco Mochi, il monumento di Ranuccio, è caratterizzato da una staticità legata all'influenza dell'arte di Donatello, al contrario la statua di Alessandro Farnese presenta un accentuato dinamismo, che ritroviamo nel movimento della criniera, del mantello e della gualdrappa gonfiati dal vento.
Il perimetro della piazza è punteggiato da numerosi palazzi ed edifici storici, tra questi l'imponente palazzo Gotico, costruito nel 1281 con una struttura architettonica che rimanda al broletto lombardo, si sviluppa su due ordini: quello inferiore definito da arcate a tutto sesto e conci in marmo bianco e rosa di Verona, quello superiore con grandi finestre polifore e una merlatura lungo l'intera costruzione. Attualmente l'edificio ospita mostre ed eventi.
In piazza dei Cavalli possiamo ancora ammirare palazzo dei Mercanti, oggi sede del Comune e il neoclassico palazzo del Governatore.
Nell'adiacente piazza San Francesco, affaccia la chiesa omonima, costruita in stile gotico lombardo nel 1278.
La struttura presenta una facciata a capanna, con un rosone, tre pinnacoli e un portale a strombo ornato da un rilievo con le stimmate di San Francesco.
Internamente l'edificio è suddiviso in tre navate, sorrette da colonne di pilastri cilindrici e decorata da affreschi del XV e XVI secolo.
Proseguendo su via XX Settembre si giunge in piazza Duomo, dove sorge la Cattedrale dell'Assunta, il complesso venne costruito in due fasi, a cui è dovuto l'innesto di elementi architettonici gotici su una struttura in stile romanico.
La facciata a capanna è ripartita da pilastri e caratterizzata da una colorazione in marmo rosa nella parte bassa, mentre in alto è in pietra arenaria.
La sezione centrale è occupata da un trecentesco rosone, lateralmente troviamo delle loggette e i portali.
Sul fianco sinistro della chiesa svetta il campanile, con un'altezza di circa 72 metri, sormontato dalla statua di un angelo, detto dai piacentini "Angil dal Dom".
All'interno la struttura presenta una pianta a croce latina ed è suddivisa in tre navate, sorrette da pilastri cilindrici, in alcuni di questi vi sono delle formelle raffiguranti le arti e i mestieri.
Fra gli elementi di pregio conservati all'interno del duomo, annoveriamo la decorazione della cupola, affrescata nel seicento dal Morazzone e ultimata dal Guercino, quest'ultimo realizzò anche le Sibille presenti nelle lunette del tamburo e la cripta medievale sorretta da ben 108 colonnine, inoltre, qui sono custodite le reliquie di Santa Giustina d'Antiochia.
Il presbiterio e il coro furono decorati da Camillo Procaccini e Ludovico Carracci.
Si consiglia poi la visita di Kronos - Museo della Cattedrale, dove possiamo ammirare il trittico trecentesco di Serafino De' Serafinico, con scene della Passione di Cristo, il San Gerolamo e l'angelo di Guido Reni, oggetti liturgici, antichi reliquiari e il famoso Libro del Maestro, un antico codice che contiene nozioni di astronomia e astrologia, cicli lunari e agricoltura, consigli su come combattere le malattie, il tutto accompagnato da splendide miniature.
Dal Duomo percorrendo via Chiapponi si incontra la basilica romanica di Sant'Antonino, eretta nel IV secolo e più volte interessata da rimaneggiamenti.
Il complesso architettonico presenta un transetto anteriore sovrastato da un campanile di forma ottagonale, il braccio sinistro è preceduto dal Portico del Paradiso, realizzato nel 1350 su progetto di Pietro Vago.
All'interno l'edificio in stile neogotico è suddiviso in tre navate, qui sono custodite le spoglie del santo patrono di Piacenza, dalla navata destra si accede al pittoresco chiostro risalente al 1483.
Oltre alla romanica Basilica del Santo Patrono, su piazza Sant'Antonino si affacciano diversi edifici, come il Teatro Municipale progettato nel 1804 dall'architetto Lotario Tomba e palazzo Malvicini Costruito nella seconda metà del Seicento.
Una tappa imperdibile è nella vicina chiesa di San Vincenzo, eretta nel 1612 per l'Ordine dei Teatini, questa ospita la Sala dei Teatini, un moderno auditorium decorato da affreschi settecenteschi e noto per la notevole qualità acustica.
Per gli appassionati di arte moderna, necessaria è una visita alla Galleria d'Arte moderna Ricci Oddi, collocata al n.13 di via San Siro, in un edificio progettato dall'architetto Giulio Arata.
Nel 1924 il collezionista Giuseppe Ricci Oddi donò la sua raccolta privata, composta da circa 250 opere di pittura, scultura e grafica, tra le più significative ricordiamo il "Ritratto d'uomo" di Francesco Hayez, "La partenza del coscritto" di Girolamo Induno, alcuni dipinti di Stefano Bruzzi, Francesco Ghittoni e opere del movimento dei Macchiaioli con dipinti di Fattori, Lega e Signorini.
Nella sezione che raccoglie le opere del Novecento troviamo capolavori di grande pregio come il "Ritratto della madre" di Boccioni, "l'Ecce Puer" di Medardo Rosso e il famoso "Ritratto di signora" di Klimt.
Un luogo da non perdere, proseguendo l'itinerario alla scoperta della città, è la chiesa di Santa Maria di Campagna, edificata nel 1522-28.
La struttura, in stile rinascimentale, sorge su un preesistente edificio sacro, datato al 1030 circa, dove secondo la tradizione Urbano II avrebbe indetto la prima crociata in Terra Santa nel 1905, inoltre, nel complesso si trova il pozzo, attualmente serrato da una lapide, dove furono gettati i martiri cristiani durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano.
La chiesa venne progettata dall'architetto Alessio Tramello, il quale realizzò un edificio a croce greca, in cui gli elementi architettonici si fondono armonicamente fra esterno e interno.
La struttura costruita in laterizio, si sviluppa verso l'alto con un alto tiburio ottagonale, coperto da una lanterna e quattro piccoli tiburi, poggianti sulle cappelle angolari.
Internamente a colpire è la preziosa decorazione pittorica, unita all'eleganza e la semplicità delle proporzioni, lo spazio è definito dai quattro pilastri che sorreggono la cupola, affrescata da Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone.
È possibile ammirare da vicino queste opere, salendo fino alla cupola per percorrere il cosiddetto "camminamento degli artisti" e godere di uno spettacolo unico.
Oltre ai capolavori del Pordenone, sono presenti anche opere di artisti come Galeazzo, Antonio, Giulio e Bernardino Campi, Camillo Procaccini, il Guercino e il Malosso.
Meritevole di una visita è anche la chiesa di San Sisto, costruita in stile rinascimentale su disegno di Alessio Tramello.
L'edificio è caratterizzato da una facciata a tre ordini con la statua di San Sisto, internamente è suddiviso in tre navate, con una pianta a croce latina.
Alle estremità del transetto possiamo ammirare due tempietti a croce greca, con delle nicchie e cinque cupolette.
Le pareti ospitano affreschi e preziose decorazioni, in particolar modo nel coro ligneo troviamo una copia della "Madonna Sistina" capolavoro di Raffaello Sanzio, l'originale venne venduto dai benedettini nel 1754 ad Augusto III, re di Polonia e attualmente è esposto a Dresda.
Un altro sito di pregio è la chiesa di San Savino, famosa per la ricchezza decorativa della sua cripta.
L'edificio originario, risalente al V secolo, venne riedificato nel 1107 e modificato poi in epoca barocca.
La facciata, preceduta da un portico innalzato nel 1761, si presenta austera e severa, internamente l'edificio è suddiviso in tre navate sorrette da pilastri, attraverso una grande scala si scende nella cripta, dove il pavimento è ricoperto da un mosaico con tessere bianche e nere, raffiguranti i mesi e i segni zodiacali su sfondo a onde marine e scene legate alla vita agricola.
Degna di nota è anche la pavimentazione musiva del presbiterio, con la raffigurazione di Cristo Signore del Tempo e le Virtù teologali.
Nell'area a Nord del centro storico sorge il maestoso palazzo Farnese, eretto nel 1559 per volontà di Margherita d'Austria moglie di Ottavio Farnese.
Il complesso, rimasto incompiuto, fu progettato per celebrare la potenza della casata farnese, i lavori vennero affidati a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, considerato l'architetto ufficiale dei Farnese, questi progettò anche palazzo Farnese a Roma e a Caprarola.
Nel 1731 i beni della famiglia Farnese passarono ai Borbone e la ricca collezione di opere e arredi venne trasferita a Napoli.
Ad oggi palazzo Farnese ospita i Musei Civici, suddivisi in quattro sezioni: nei sotterranei si trova il Museo della Carrozze, al primo piano possiamo ammirare la Pinacoteca, dove è esposto il Tondo di Botticelli raffigurante la Madonna adorante il Bambino con San Giovannino.
Le sale del piano ammezzato ospitano il Museo del Risorgimento e al piano terra vi è il Museo Archeologico, ove è custodito il famoso Fegato Divinatorio Etrusco, un modello in bronzo di fegato di pecora.
Prima di salutare la città, non rimane che fare una sosta per assaggiare i piatti della cucina tradizionale.
Piacenza è famosa per la produzione dei salumi, tra questi il salame, la coppa, lo strolghino, la mariola e la pancetta, spesso accompagnati dalla burtleina o i chissulein.
Tra i primi piatti sono imperdibili gli Anolini, una pasta all'uovo ripiena di stracotto di manzo, i Pisaréi e Fasö, dei piccoli gnocchi conditi con fagioli borlotti, passata di pomodoro, lardo o pancetta e la bomba di riso, un pasticcio di riso e carne di piccione, per citarne alcuni.
Nei secondi piatti troviamo diverse specialità a base di carne equina, come la pìcula 'd cavall, ricetta a base di carne di cavallo tritata finemente, lo stracotto d'asinina e la
faldìa, sottilissima cotoletta ricavata dal diaframma del cavallo.
Un altro piatto tipico sono le lumache alla bobbiese, lessate e insaporite con vino bianco, chiodi di garofano, salsa di pomodoro e brodo.
Per quanto riguarda la produzione vitivinicola, il piacentino presenta una scelta di vini notevole, come il celebre Gutturnio Doc, un misto di Barbera e Bonarda e il Vin Santo di Vigoleno Doc.