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CETARA

 Salerno, Campania
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Stemma di Cetara
Alla scoperta di Cetara

Cetara è un luogo autentico, una località turistica tutta da scoprire che, sulla Costiera Amalfitana, conserva intatte le sue radici marinare e le sue bellezze naturali. Proprio sul litorale - dove si affacciano anche il porticciolo turistico e gli stabilimenti balneari - si eleva la torre di Cetara, un baluardo per l’avvistamento dei nemici costruito in età angioina e rimaneggiato nei secoli, prima dagli aragonesi e in seguito a fine Ottocento, quando si aggiunsero gli ultimi due livelli. Di proprietà comunale dagli Novanta del Novecento, ospita oggigiorno il museo civico con le mostre permanenti del cetarese Manfredi Nicoletti e di numerosi pittori della Costiera, noti come "costaioli", oltre al “Museo vivo”, un progetto dell’artista Ugo Marano - anch’egli di Cetara - che negli anni Settanta ha coinvolto artisti e intellettuali in un laboratorio di ceramica finalizzato a promuovere una creatività interdisciplinare. Ma Cetara è un comune noto soprattutto per la sua storica tradizione della pesca, in particolare di alici e del pregiato tonno rosso. Il nome stesso del comune deriva dal latino "cetaria", che significa appunto "tonnara". Fino alla metà degli anni Trenta, il paese ospitava una tonnara “a posta fissa” e ancora oggi la sua flotta per la pesca al tonno è una delle più grandi in Italia e in Europa. La “Notte delle lampare” è invece una celebre manifestazione organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio del comune, durante la quale, a bordo di traghetti, si può assistere a una vera battuta di pesca di alici al largo. Da questi pesci si ricava la “Colatura di Alici Dop di Cetara”, un prodotto gastronomico d’eccellenza che si ottiene dalla loro marinatura sotto sale. Un tour tra gli edifici storici conduce invece alla chiesa di San Pietro Apostolo - dedicata al patrono e originaria del IX secolo, arricchita successivamente da una cupola rivestita di maioliche brillanti e da un campanile medievale - e alla trecentesca chiesa di San Francesco, con affreschi di Marco Benincasa e l'immagine di suor Orsola Benincasa, cetarese vissuta tra il Cinquecento e il Seicento e fondatrice delle suore Teatine dell’Immacolata Concezione. Risale infine all’Ottocento la chiesa di santa Maria di Costantinopoli, ristrutturata nella prima metà del Novecento dopo i danni subiti a causa della terribile alluvione del 1910.

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Stemma di Cetara
Alla scoperta di
Cetara

Cetara è un luogo autentico, una località turistica tutta da scoprire che, sulla Costiera Amalfitana, conserva intatte le sue radici marinare e le sue bellezze naturali. Proprio sul litorale - dove si affacciano anche il porticciolo turistico e gli stabilimenti balneari - si eleva la torre di Cetara, un baluardo per l’avvistamento dei nemici costruito in età angioina e rimaneggiato nei secoli, prima dagli aragonesi e in seguito a fine Ottocento, quando si aggiunsero gli ultimi due livelli. Di proprietà comunale dagli Novanta del Novecento, ospita oggigiorno il museo civico con le mostre permanenti del cetarese Manfredi Nicoletti e di numerosi pittori della Costiera, noti come "costaioli", oltre al “Museo vivo”, un progetto dell’artista Ugo Marano - anch’egli di Cetara - che negli anni Settanta ha coinvolto artisti e intellettuali in un laboratorio di ceramica finalizzato a promuovere una creatività interdisciplinare. Ma Cetara è un comune noto soprattutto per la sua storica tradizione della pesca, in particolare di alici e del pregiato tonno rosso. Il nome stesso del comune deriva dal latino "cetaria", che significa appunto "tonnara". Fino alla metà degli anni Trenta, il paese ospitava una tonnara “a posta fissa” e ancora oggi la sua flotta per la pesca al tonno è una delle più grandi in Italia e in Europa. La “Notte delle lampare” è invece una celebre manifestazione organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio del comune, durante la quale, a bordo di traghetti, si può assistere a una vera battuta di pesca di alici al largo. Da questi pesci si ricava la “Colatura di Alici Dop di Cetara”, un prodotto gastronomico d’eccellenza che si ottiene dalla loro marinatura sotto sale. Un tour tra gli edifici storici conduce invece alla chiesa di San Pietro Apostolo - dedicata al patrono e originaria del IX secolo, arricchita successivamente da una cupola rivestita di maioliche brillanti e da un campanile medievale - e alla trecentesca chiesa di San Francesco, con affreschi di Marco Benincasa e l'immagine di suor Orsola Benincasa, cetarese vissuta tra il Cinquecento e il Seicento e fondatrice delle suore Teatine dell’Immacolata Concezione. Risale infine all’Ottocento la chiesa di santa Maria di Costantinopoli, ristrutturata nella prima metà del Novecento dopo i danni subiti a causa della terribile alluvione del 1910.

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Informazioni su Cetara

Regione

Campania

Provincia

Salerno (SA)

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2062

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m. 10 s.l.m.

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Punti di interesse

Giardino Della Minerva
Giardino Della Minerva

Il Giardino della Minerva si trova nel cuore del centro antico, in un'area chiamata nel Medioevo “Plaium montis”, a metà strada di un teorico percorso che si sviluppa lungo l'asse degli orti recintati e terrazzati che dalla Villa comunale salgono, intorno al torrente Fusandola, verso il castello di Arechi. Il “viridario” fu proprietà della famiglia Silvatico sin dal XII secolo, come testimonia una pergamena conservata nell'archivio della Badia di Cava de’ Tirreni. In seguito, nel primo ventennio del 1300, il maestro Matteo Silvatico, vi istituì un Giardino dei semplici, antesignano di tutti i futuri Orti botanici d'Europa. In questo spazio di straordinario valore culturale oggi identificabile, appunto, nell'area del Giardino della Minerva, erano coltivate alcune delle piante da cui si ricavavano i principi attivi impiegati a scopo terapeutico. Matteo Silvatico vi svolgeva, inoltre, una vera e propria attività didattica per mostrare agli allievi della Scuola Medica le piante con il loro nome e le loro caratteristiche (ostensio simplicium). Il Giardino medioevale, nel corso di una recente campagna di indagini archeologiche, è stato rinvenuto a circa due metri di profondità sotto l'attuale piano di calpestio. Ultimo proprietario fu il professore Giovanni Capasso che, grazie all'interessamento dell'avvocato Gaetano Nunziante, presidente dell'Asilo di Mendicità, donò nell'immediato secondo dopoguerra l'intera proprietà a tale Istituzione. Dopo il restauro del 2001 nel giardino sono state messe a dimora numerose piante, anche rare, dando particolare rilevanza a quelle specie citate nel Regimen Sanitatis Salernitanum e nell'Opus Pandectarum Medicinae, che venivano usate nel medioevo come piante medicamentose. In particolare è presente nel giardino la leggendaria mandragora, pianta che si riteneva avesse poteri straordinari. In totale, sono presenti oltre 300 specie di piante.

Orto Botanico


Museo Dell'occhiale Di Salerno
Museo Dell'occhiale Di Salerno

Nel Museo dell’ Occhiale, si possono conoscere in modo ravvicinato, modelli e forme che percorrono la storia degli ultimi tre secoli: dai classici “pince-nez” di metallo dorato o d’acciaio, alle lorniettes d’argento, madreperla e tartaruga, ai “face-à-main” in corno ed oro, ai sottilissimi “wire rims”, ai modelli ad arco, a esemplari dalle stanghette estensibili, a preziosi binocoli in madreperla, ad astucci in shagreen, in pelle di cammello o in acciaio o argento. Un campionario che fa del piccolo Museo dell’ Occhiale, una contemporanea “Wunderkammer” o Cabinet de Curiosités in cui durante l’arco dell’anno si alterneranno oggetti legati al mondo della visione, dipinti antichi che avranno come soggetti, ritratti con e senza monocoli ed occhiali, sculture, toys o forme espressive d’arte tout court.

Musei


Villa Romana Di Minori
Villa Romana Di Minori

La villa romana di Minori si trovava in una baia della Costiera Amalfitana, nel punto in cui il fiume, Regina Minor, sfocia nel mare. Questo tratto di costa, ricca di insenature e porti naturali, era un luogo amato e frequentato dall'aristocrazia romana imperiale che vi ha costruito le proprie residenze, come testimoniano i ritrovamenti di Vietri sul Mare, Amalfi, Positano, e Li Galli. Le prime informazioni riguardo ad un edificio di epoca romana a Minori risalgono ai "Documenti e Atti della Commissione Archeologica della Provincia del Principato Citeriore" (1873-74), in cui L. Stabiano ha scritto sulla scoperta delle "terme romane". Nel 1932 un crollo avvenuto durante la ristrutturazione di alcune case nell’area ha portato alla scoperta di una camera sotterranea, appartenente alla villa romana. Gli scavi iniziarono nel 1934, ma alcune zone sono venute alla luce solo nel 1950, in particolare dopo il 1954, quando una forte precipitazione colpi' la Costiera Amalfitana. Nel 1956, mentre era in corso un cantiere per la costruzione dell' Hotel Santa Lucia, sono state scoperte nuove aree della villa decorate da dipinti che si conservano nel museo collegato alla villa. La struttura residenziale è visibile solo sul lato più vicino al mare, poichè molte parti dell'edificio sono stati riutilizzate come cantine da nuovi lotti abitativi sorti sul sito della villa. A metà degli anni 1990 è iniziato il restauro dei mosaici che ornavano il triclinio. La villa fu costruita attorno ad un "viridarium", giardini romani con una piscina centrale, circondata da un gruppo di edifici e triportico divisi in due gruppi simmetrici da una grande sala centrale. Sulla terrazza, corrispondente al piano superiore, è l’annesso antiquarium che espone reperti di età romana provenienti da altre ville della zona, le quali attestano come Minori in epoca imperiale fosse una rinomata località di soggiorno.

Domus Romana


Castello Di Arechi
Castello Di Arechi

Il Castello di Arechi offre una bellissima panoramica sulla città e sull'intero golfo di Salerno ed è circondato da un parco con sentieri naturalistici circondati dalla macchia mediterranea. Nel 2012 sono stati aperti due percorsi di archeotrekking nel Parco: “NaturArechi alla scoperta della Bastiglia e delle Antiche Mura” e “Sentiero del Principe”. Nella zona restaurata è stato creato un primo nucleo espositivo dei materiali del Castello (per lo più ceramiche medievali e monete), una sala per mostre e un salone per conferenze e congressi

Monumenti

Villa Rufolo
Villa Rufolo

Villa Rufolo è un monumento del centro storico di Ravello, che si affaccia davanti al Duomo nella piazza del Vescovado e la cui pianta iniziale risale al secolo XIII, con grandi rimaneggiamenti ottocenteschi. Appartenente in origine alla potente e ricca famiglia dei Rufolo che eccelleva nei commerci (un Landolfo Rufolo è protagonista di una novella nel Decamerone del Boccaccio), passò in seguito per successione ad altri proprietari quali i Confalone, i Muscettola ed i d'Afflitto. Intorno alla metà dell'Ottocento fu venduta allo scozzese Francis Neville Reid che ne curò un restauro generale, attribuendole l'odierna ambientazione. Si accede alla villa grazie ad un'apertura ogivale nella Torre d'ingresso; dopo un breve viale si giunge ad uno slargo dominato dalla Torre Maggiore: quest'ultima fronteggia il campanile del duomo di Ravello e domina i terrazzamenti (superiore ed inferiore) a strapiombo sulla Costiera amalfitana e sul Golfo di Salerno che ospitano straordinari giardini fioriti per gran parte dell'anno. Tra i locali della villa, inoltre, è da menzionare un grande cortile soprelevato simile ad un chiostro ed alcune sale adibite a museo.

Giardino Storico

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La Sicilia è la più grande isola italiana e del mediterraneo, nonché la regione più estesa dell'Italia, la sua superficie ha una caratteristica forma triangolare. L'isola a Nord-Est è divisa dal continente dallo Stretto di Messina – un lembo di mare di circa 3km – è bagnata a Nord dal Mar Tirreno, a Ovest dal canale di Sicilia, a Sud-Ovest dal Mar di Sicilia, a Sud-Est dal canale di Malta, e a Est dal Mar Ionio.

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